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Autore Topic: segnali obbligazionari  (Letto 100019 volte)

Offline enritars

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Re:segnali obbligazionari
« Risposta #1200 il: Luglio 11, 2019, 07:29:23 pm »
Secondo me lascia invariati i tassi.. ci sono troppi indicatori Macro positivi.. sarebbe sconfessare la politica dell ultimo anno e darla vinta a Trump. Se taglia i tassi comunque il dollaro si deprezza  e gli investimenti in dollari subiranno il cambio..


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Offline enritars

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Re:segnali obbligazionari
« Risposta #1201 il: Luglio 11, 2019, 07:34:31 pm »
In questo momento economia usa va bene perché dollaro forte ed esportazioni controbilanciate da  da guerra dei dazi..


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Offline enritars

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Re:segnali obbligazionari
« Risposta #1202 il: Luglio 11, 2019, 07:37:12 pm »
Forse conviene spostarsi su bond governativi a lunga scadenza in dollari per ammortizzare eventuale rialzo del dollaro e ridurre la tassazione al 12.5 per il gain e cedola


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Offline predator

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Re:segnali obbligazionari
« Risposta #1203 il: Luglio 11, 2019, 10:18:15 pm »
ti ricordo che trump ha minacciato di licenziare Powell, che a marzo affermava tassi invariati per tutto il 2019.
ora a luglio stranamente sembra seguire le pressioni del ciccioparucchino.
Anche se poi dice di farlo solo nel caso le cose dovessero peggiorare ( crisi USA-CINA, dazi su prodotti made in Mexico che sono partiti a giugno, economia americana che rallenterà del 2% nella seconda metà del 2019 secondo le previsioni, il bando su Huawei e su chi collabora con lei, i dazi sull'India, le elezioni nel 2020)
Poi
Morgan Stanley parla di recessione in arrivo per gli Stati Uniti da gennaio. Tre big bank americane hanno già rivisto le loro previsioni sui tassi: Jp Morgan Chase & co. vede ora due tagli dei tassi per il 2019. Barclays addirittura parla di tre tagli attesi. Il primo taglio potrebbe arrivare presto: Bank of America prevede al 53% la probabilità di un primo taglio dei tassi alla riunione della Fed di luglio.

Dal dicembre 2015 la Fed ha alzato i tassi nove volte, compresi i quattro ritocchi dello scorso anno
Quindi non darei per scontato nulla.

concordo con te... ho già un parte in titoli di stato americani a lunga scadenza, e dovrei dimezzare una parte delle altre obbligazioni e girare la liquidità su i TDS americchioni.

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Offline GrandMagus

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Re:segnali obbligazionari
« Risposta #1204 il: Luglio 11, 2019, 10:21:33 pm »
Citazione da: predator - Luglio 11, 2019, 06:45:11 pm
ottimo  ;D mi raccomando verifica i costi e tutto il resto ;)

ti consiglio di dare un occhio agli ultimi post di questo thread:
https://www.investireinazioni.it/forum/index.php/topic,3843.msg144567.html#new

seguendo alcune indicazioni di altro forum, sto valutando di cambiare leggermente la strategia e cassettare solo alcuni titoli e sugli altri di fare trading(solo sulla metà della quantità investita, l'altra la lascio li a maturare al sole  :D)


Ho letto e già so della preferenza di Lorenzo per le azioni. Io stesso ho un trauma infantile con i bond (mio padre aveva le parmalat, fortunatamente poca roba).
Se devo fare i conti, da investitore inesperto, io ad oggi ho guadagnato di più con i... fondi  <rotflol> perchè il tizio che mi ha seguito della banca è tutto sommato in gamba e mi ha consigliato - quasi - sempre bene. Non strabiliante, ma decente.
Azioni me la sono sempre cavata, cassettando e rivendendo con la santa calma (anche 10 anni). La mia sfiga è aver incrementato il budget azionario l'anno scorso che è andato male, ma per il resto io metto ovunque, dai conti deposito ad azioni e fondi.

Vorrei tornare sulle obbligazioni per avere strade alternative... ma a me non servono rendimenti bulgari, io con un 3% son già contento.

Ma prendendo spunto dal messaggio che hai messo di là:

Consiglio di evitare largamente la strategia del buy and hold su molti bond HY. Esiste ancora qualche bond HY che può essere detenuto come si faceva una volta, dando un'occhiata ogni tanto a cosa succede all'emittente, ma sono una minoranza assoluta, per la gran parte un rendimento al 5% con un'orizzonte di 2-3 anni oggi - con tassi sull'euro negativi - implica già essere su di una soglia di rischio importante, di quelle per cui, se la situazione dell'emittente precipitasse, te lo vedresti calare di molte figure in pochissime sedute.

mi chiedo. Una società come amazon o come apple, o ford, di cui ricordo obbligazioni nella tua lista con ottimi rendimenti... possibile considerarle società che domani mattina vanno a picco? :-\
Io francamente mi fido più di amazon che dello stato italiano per dire  <rotflol>
O mi sfugge qualche passaggio logico?
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Offline predator

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Re:segnali obbligazionari
« Risposta #1205 il: Luglio 11, 2019, 10:47:43 pm »
ma sono l'unico ad non essere rimasto incastrato con parmalat  :D !!!! scherzo mi dispiace

ma io penso che le aziende nella loro vita hanno dei cicli con curve ascendenti e discendenti, non si può mai partire con il concetto che amazon apple o ford non falliranno mai, il rischio è sempre dietro l'angolo.. magari non falliscono ma basta un innesco di qualunque tipo e ti ritrovi il titolo che quota 16 e di esempi ve ne sono molti sopratutto sui mercati americani.
e il problema sta nel fatto di voler portare un titolo a scadenza con duration dai 5/10 anni in su e tutto può accadere
Quindi nel mio precedente post segnalavo solo che sto valutando...

nel frattempo ho trovato anche quest'altra logica/strategia che invece conferma quanto fino ad ora ho fatto e mi porta a ritornare sui miei passi o quantomeno potrei splittare il portafoglio in 2 strategie ( articolo datato ma sempre valido):

Da anni, l’azzeramento dei tassi da parte delle principali banche centrali ha portato a un appiattimento della curva dei rendimenti. Ha fatto scalpore nelle settimane scorse, ad esempio, che il Treasury a 3 mesi avesse superato quello a 10 anni. Ad ogni modo, oggi il decennale americano offre non più dello 0,15-0,20% di un biennale. Ciò significa che mantenere il primo fino alla scadenza rende non più del 2% cumulato.

Per restare nell’Eurozona, un Bund a 10 anni rende poco più di mezzo punto percentuale di un titolo a 2 anni. Anche in questo caso poco per spronare gli investitori a puntare sul medio-lungo termine, anziché sul breve. Dunque, ha ancora senso allungare la durata di un portafoglio obbligazionario?
La risposta è positiva. Anzitutto, perché le scadenze brevi presentano alti rischi di reinvestimento. Non è possibile sapere in anticipo come muteranno i rendimenti lungo la curva. Se questi scendessero ulteriormente, una volta che i titoli in portafoglio giungeranno a scadenza, saresti costretto ad acquistare nuovi bond più costosi e meno redditizi. Inoltre, è noto come i titoli a più lunga scadenza siano anche quelli maggiormente capaci di captare valore nelle fasi di discesa dei rendimenti. Poniamo che un bond abbia duration 7 e un altro solo 2. Quando i rendimenti scendono dell’1%, il primo salirebbe di prezzo del 7% e il secondo del 2%. La duration non coincide con la durata residua del bond, ma la segue. Questo ci porta a concludere che più lunghe le scadenze, maggiori i guadagni potenziali nelle fasi favorevoli. Certo, per contro vale lo stesso anche con le perdite, ma in quel caso è sufficiente attendere le scadenze per evitarle.

Scadenze più lunghe e progressive
Oltre ad allungare la durata media di un portafoglio obbligazionario, sarebbe altresì importante gestirlo in modo tale da godere di flussi di reddito stabili nel tempo. Ad esempio, potremmo acquistare titoli di durata progressiva fino agli “n” anni e ricevendo cedole costanti nel corso dell’anno, magari al ritmo di una al trimestre, etc.

In questo modo, il rischio verrebbe meglio contenuto. Supponiamo, infatti, di possedere 10 bond a cedola fissa, ciascuno di durata superiore all’altro di un anno. Questo significa che ogni anno ne arriva a scadenza uno e, a quel punto, se i rendimenti sul mercato saranno saliti, lo si potrà rimpiazzare con un bond più redditizio, mentre se saranno scesi, si avranno sempre a disposizione gli altri bond già inseriti nel portafoglio.
In conclusione, quando le curve si mostrano piatte, l’investitore è tentato di concentrarsi sulle brevi scadenze, non intravedendo benefici sostanziali nel puntare su un orizzonte temporale medio-lungo. Tuttavia, ragionando in prospettiva, ha sempre senso proteggersi dalle possibili variazioni delle condizioni di mercato future. E attraverso la costruzione di un portafoglio obbligazionario strutturato su scadenze progressive, risulta possibile minimizzare i rischi, ossia l’impatto che eventuali variazioni di mercato avverse avrebbero sul rendimento complessivo.


e un piccolo ripasso per tutti incluso me:
Sei un piccolo risparmiatore e i rendimenti in ascesa dei titoli di stato ti stanno allettando? Sappi che sei in ottima compagnia. Vedere che il conto in banca ti frutta zero, anche se vincolato per qualche anno, mentre puntando su un BTp a 2 anni già spunti ormai quasi l’1,7% medio netto nelle ultime sedute fa pensare. E considerando che l’inflazione inizia ad alzare la testa, pur ancora molto lentamente, l’idea di dirottare la liquidità disponibile e non immediatamente necessaria su investimenti a basso rischio e al contempo un minimo remunerativi risulta più che sensata.

In questo articolo, cercheremo di porre all’attenzione del potenziale piccolo investitore privato la differenza tra titoli di stato con scadenze simili, ma con cedole anche molto diverse tra loro. Facciamo un brevissimo ripasso sulla differenza tra cedola e rendimento (per approfondire, leggi qui: Cedola o rendimento? Vediamo la differenza): la prima individua il tasso offerto dall’emittente e generalmente pagato su base annua o infrannuale; il secondo tiene conto anche della differenza tra il prezzo di acquisto del bond e il valore a cui sarà rimborsato alla scadenza. Se un titolo viene emesso o acquistato sul mercato secondario sotto la pari, il rendimento risulterà superiore alla cedola, se sopra la pari, sarà inferiore ad essa. Solo un acquisto alla pari farà coincidere cedola e rendimento.
Detto questo, sembra che per chi acquisti un’obbligazione l’unico interesse debba riguardare il rendimento. In verità, così non è. Per prima cosa, quando ci si accinge ad entrare sul mercato, bisogna chiedersi che tipo di investitore si è: cassettista o no? Nel primo caso, s’intende che si punta a tenere il titolo in portafoglio fino alla scadenza. Se non si fosse sicuri di poterlo fare, vuoi perché si stia acquistando un bond con scadenze lunghe, vuoi anche perché riteniamo di poter avere bisogno di disinvestire prima della scadenza (abbiamo bisogno di liquidità per sostenere le spese del matrimonio di un figlio o per comprare l’auto nuova, etc.

), diventa più importante guardare anche al rischio di subire perdite nel caso di una rivendita anticipata del titolo.

La duration e il rendimento
Qui, ci occorre rifarci un attimo al concetto di “duration”, che erroneamente viene spesso confuso con quello di durata residua di un titolo. Essa è data dalla media ponderata dei flussi finanziari in entrata generati da un investimento, per cui comprende le cedole periodicamente incassate, oltre al rimborso finale e al tempo intercorrente alla scadenza. Se le cedole sono elevate, la duration ne risulta accorciata, in quanto avvicinano i flussi finanziari e faranno rientrare prima nell’investimento. Viceversa, la duration si allunga. In genere, duration e durata residua del titolo sono, comunque, molto simili. Perché vi stiamo accennando a questo aspetto? Perché la duration esprime la variazione percentuale dei prezzi legata alla variazione dell’1% dei tassi. Dire che un titolo di stato o un’obbligazione privata ha una duration pari a 7 significa che con un rialzo (ribasso) del rendimento dell’1%, il prezzo scenderà (salirà) del 7%.

Ora, se sono un cassettista, poco mi importa quali saranno le variazioni delle quotazioni in rapporto ai rendimenti. Mi interessa semplicemente conoscere il rendimento alla scadenza del bond. Se, invece, nutro quanto meno il dubbio sulla detenzione del titolo fino alla scadenza, allora dovrà interessarmi anche sapere quanto rischierei di perdere con la variazione dei rendimenti. Se sono avverso al rischio, più alte saranno tali potenziali perdite, minore il mio appetito per il bond. In altre parole, a parità di vita residua tra due titoli, dovrò preferire quello con duration più bassa, ovvero con cedola più alta.

Facciamo un esempio pratico: il BTp dicembre 2028 offre cedola del 2,8% e presenta una duration di 8,7 anni. Il BTp settembre 2028 e con cedola 4,75% ha duration pari a 8 anni. I due titoli sono sostanzialmente omologhi quanto a scadenze, considerando che nell’uno e nell’altro caso dovremmo attendere 10 anni per il rimborso. Eppure, il primo offre un rendimento superiore rispetto al secondo di una trentina di punti base.

A metà di questa settimana, si era al 3,14% contro il 2,88%. Possibile che tale “spread” sia dovuto per soli 3 mesi in più di durata residua? No. La conferma ce la offre il bond con scadenza febbraio 2028, ossia meno longevo rispetto al BTp settembre 2028, ma che mercoledì scorso sfiorava il 3% di rendimento. Come mai? Perché la sua cedola è del 2%, più bassa di quella offerta dall’altro.

Cedole ed emissioni BTp
Di fatto, a parità di scadenze, i bond con cedole più basse tendono a offrire rendimenti più alti. La risposta dovreste averla capita per quanto detto sopra: basse cedole implicano una duration più lunga e, quindi, perdite potenziali maggiori con l’aumento dei tassi. Certo, se fossimo in una fase discendente dei tassi, essendo positive le variazioni delle quotazioni attese per il futuro a breve, i titoli con cedole più basse finirebbero per rendere di meno, divenuti più appetibili per gli obbligazionisti non cassettisti, potendo essere verosimilmente disinvestiti a prezzi superiori a quelli di acquisto. Nell’ultimo mese e fino a qualche seduta addietro, il BTp settembre 2028 aveva perso il 5,4%, quello con scadenza dicembre il 5,7%. Per quanto le differenze appaiano minime, confermano ciò che abbiamo spiegato sopra, ossia che all’aumentare delle cedole, le variazioni delle quotazioni tendono a diminuire.

Vi potreste chiedere, e giustamente, perché mai bond con scadenze molto simili offrano cedole anche tra di loro molto diverse, come nell’esempio sopra riportato. La risposta è duplice. Anzitutto, dipende dalla data di emissione. Il BTp settembre 2028 offre cedola al 4,75%, in quanto fu emesso nel gennaio del 2013, quando i rendimenti a 15 anni e mezzo (tanti ne mancavano allora alla scadenza) si aggiravano su quei livelli. Il BTp dicembre 2028, invece, è stato emesso solo l’agosto scorso, quando i decennali effettivamente si attestavano in area 2,8%. In realtà, il Tesoro potrebbe anche emettere titoli con cedole abbastanza differenti rispetto ai livelli dei rendimenti, nel caso in cui si ponesse un determinato fine.

Ad esempio, se offro oggi un BTp con scadenza ottobre 2028 con cedola 5%, poiché i rendimenti decennali attualmente viaggiano intorno al 3,5%, l’emissione attirerebbe gli investitori e avverrebbe di gran lunga sopra la pari, facendo incassare allo stato più denaro di quello che iscriverà a bilancio come debito. Ciò gli consentirà di abbattere le emissioni future, anche se al costo di pagare interessi annui maggiori. Viceversa, se il Tesoro emettesse lo stesso BTp con cedola all’1%, si ritroverebbe a dover offrire il bond a prezzi molto sotto la pari, incassando meno di quanto si sarà indebitato formalmente, ma sborsando interessi annui molto bassi.
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Offline predator

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Re:segnali obbligazionari
« Risposta #1206 il: Luglio 11, 2019, 11:03:41 pm »
 :-X <rotflol> <rotflol> <rotflol> <rotflol> <rotflol> <rotflol> <rotflol>

con en14219 ne vedremo delle belle  :pop:


* catastrofe mondiale.JPG (86.22 kB, 1192x743 - visualizzato 27 volte.)
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Offline GrandMagus

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Re:segnali obbligazionari
« Risposta #1207 il: Luglio 12, 2019, 11:38:58 am »
Onestamente il catastrofismo perenne di quelli che in ogni situazione vedono l'inizio della fine e il ritorno al medioevo non lo capisco. I forum sono pieni di gente che grida al default un giorno si e un giorno no, ma allora non investire! :D
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Offline predator

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Re:segnali obbligazionari
« Risposta #1208 il: Luglio 12, 2019, 02:38:14 pm »
è che vedono il bicchiere mezzo vuoto.... ma è dove si posso fare grossi guadagni in realtà ;)

da quel picco, la valorizzazione del mio portafoglio ha fatto una discesa per poi recuperare e attestarsi...
oggi vedo un -3,7% su romania e un -2,2 su bombardier
tds italiani sotto di quasi un punto, netflix in guadagno di 1,2% treasure usa .-1,2% il resto invariato

DJ positivo di poco come anche il Mib e il dax

sui titoli in watch list nulla di nuovo

dimenticavo di segnalare che ieri mi sono venduto quel 0,01% di Frontier Comm. di cui si vocifera ristrutturazione
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Offline gamar1952

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Re:segnali obbligazionari
« Risposta #1209 il: Luglio 15, 2019, 03:29:27 pm »
seguo Tennaco 26 5% US880349AR61
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